Parrocchia 
Santi Angeli Custodi

Francavilla al Mare - Chieti

“Smettere di controllare”

un breve cortometraggio, dal profondo significato

Quante volte nella nostra vita, nelle nostre relazioni, ci sentiamo in dovere di modificare il corso degli eventi, di dover intervenire per conto di un nostro familiare, di dover avere tutto sotto controllo, quasi come se la riuscita o meno di una determinata cosa, anche se non riguarda direttamente la nostra vita, sia comunque una nostra responsabilità?

Se siete genitori, quante volte vi capita di anticipare ciò che dovrebbe fare vostro figlio perché pensate che da solo non ce la possa fare o che magari, senza il vostro aiuto, non sia in grado di raggiungere il risultato sperato? Ma sperato “da chi” poi?

Se vi fermate un attimo a riflettere, nelle relazioni con i vostri partner, quante sono le occasioni in cui vi intromettete in questioni che non vi riguardano direttamente, giustificando il vostro intervento con la frase “è a fin di bene”?

Il breve cortometraggio che vi presento questa mattina, riporta una interessante riflessione su tutti questi temi.

https://www.youtube.com/watch?v=ouVS4x5q0PI

Il giovane monaco Dechen, protagonista di questo cartone animato, ha una grande passione per il giardinaggio e le piante e così, quando incontra un fiore in difficoltà, nel bel mezzo di un temporale, decide di prelevarlo dal suo contesto originario per portarlo nel monastero, dove pensa che sarà al sicuro.

A fin di bene, Dechen compie una scelta per conto di un altro essere vivente, ma da quel momento accade qualcosa che il giovane monaco non si sarebbe mai aspettato: il piccolo fiore, al riparo dalla tempesta e dal maltempo, al sicuro delle mura e con le amorevoli cure di Dechen, inizia ad appassire. A nulla valgono le attenzioni del giovane monaco: la piantina non sembra riprendersi tanto che alla fine, cattura l’attenzione del Maestro più saggio che obbliga il suo discepolo a riportare il fiorellino all’aperto, dove stava in origine.

Dechen non può fare altro se non ubbidire, ma dal momento che smette di controllare e decidere per il suo fiore, questo riprende il suo splendore.

La breve favoletta rappresentata in questo cartone animato ci mostra una morale molto comune nelle nostre vite: a tutto c’è un limite e tutto ha una misura, anche l’amore.

Quando vogliamo bene qualcuno, spesso pensiamo che in nome di quell’affetto siamo legittimati a fare scelte e azioni che precludono l’interesse dell’altro. Addirittura, a volte lo scavalcano. Certi di stare agendo nel giusto, per il benessere della persona a noi cara agiamo, magari in modo inconsapevole, privando l’altro della possibilità di scegliere, di sbagliare, di fare esperienza e quindi anche di crescere.

Non sempre, (anzi, quasi mai) l’esercizio del controllo sulla vita delle persone a noi care è un intervento nutriente ed appagante (per la relazione e per la crescita della persona coinvolta). Chi avverte di aver subito una scelta può infatti o sentirsi scavalcato, privato della libertà e del diritto di agire oppure, al contrario, sentirsi nella posizione di non doversi assumere alcuna responsabilità. In entrambe le situazioni il risultato sarà l’aver perso un’occasione per sperimentare/sperimentarsi e quindi apprendere nuove conoscenze, fare nuove esperienze. In una parola: crescere.

Come per la pianta ed il fiorellino, non sono le troppe cure che aiutano a stare in forze; a volte è molto più galvanizzante ed utile sapere di aver affrontato una tempesta ed essere riusciti, con le sole proprie risorse a superare le difficoltà. Nonostante ci possa sembrare strano e paradossale, nell’arco della nostra esistenza, saranno proprio le problematiche che sapremo superare quelle che ci aiuteranno nel costruire la nostra identità e rafforzare la nostra autostima

Avere coscienza dei propri mezzi e delle proprie abilità ci aiuta nell’affrontare con responsabilità quello che la vita ci pone lungo il cammino della nostra esistenza ed individuare, via via che le difficoltà si presentano, quali sono gli strumenti che dovremo andare ad integrare, a rafforzare, a ricercare per diventare sempre più autonomi e autoefficaci.

Scritto da Giulia Di Sipio, Diplomata in Counseling Relazionale (iscrizione albo nazionale An.Co.Re n.275), nel 2013, specializzata in Counseling Gastronomico, Consulente Genitoriale, da anni collabora come volontaria con l'Associazione Orizzonte ODV (www.associazioneorizzonte.it) nelle sue attività per facilitare l'inclusione e l'autonomia dei ragazzi diversamente abili, promuovere iniziative volte a sostegno delle famiglie con disabilità potenziare le occasioni di lavoro per una buona genitorialità.

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