IL PANE SUL MONTE
Per le prossime cinque domeniche il ciclo B sospende la lectio cursiva del vangelo di Marco e presenta il famoso capitolo 6 sul “pane di vita” del vangelo di Giovanni. Lo sfondo antropologico dei primi versetti di questo capitolo è certamente quello della realtà umana della fame e del mangiare: Gesù, pastore come Mosè, offre un vero e proprio banchetto (cf. il miracolo del profeta Eliseo raccontato nella prima lettura).
Attorno a questo “Pane” sul monte - specifica il narratore - si raduna in prossimità della Pasqua una folla numerosa e affamata che Gesù vede venire verso di lui (cf. Gv 6,5). «Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano» (Gv 6,11). Si noti che il miracolo della divisione dei pani e dei pesci non viene descritto nei particolari: significa che è segno ed insegnamento indirizzato ai discepoli perché condividano la sua preoccupazione per le folle. Gesù raduna e sfama le pecore perdute delle dodici tribù di Israele; i discepoli raccolgono dodici ceste, molto di più di quanto hanno dato (sono servitori del Regno ognuno con il proprio cesto pieno!).
Il pane è dunque metafora della buona notizia, di tutto il progetto di liberazione dell’uomo portato avanti da Gesù: serve a far ragionare con la categoria della condivisione e non con quella dello scambio (Filippo ragiona in termini di denaro). La comunità viene educata a questo progetto caratterizzato dal donarsi/spezzarsi e dal servire nella logica della gratuità.
I gesti compiuti da Gesù sono gli stessi del pasto ebraico e saranno quelli che egli ripeterà anche nell’ultima cena. «Dal deserto - commenta un esegeta - si è come inavvertitamente condotti nel Cenacolo. Da maestro di sapienza e messia taumaturgico Gesù diventa il sommo sacerdote della nuova alleanza. Sembra che l’evangelista abbia dimenticato le operazioni e i gesti compiuti in occasione del miracolo del pane e li abbia sostituiti con quelli compiuti nel corso dell’ultima cena». Moltiplicando i pani Gesù sazia le moltitudini e dona la vita mediante il pane abbondante. È il “segno” di quanto egli, pane di vita eucaristico, farà per la vita del mondo. C’è dunque un pane di cui l’uomo vive, senza il quale le persone muoiono; ma si tratta di un pane - ed è qui la novità - che dipende dal Figlio dell’uomo perché soltanto lui lo provvede.