Parrocchia 
Santi Angeli Custodi

Francavilla al Mare - Chieti

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (GV 6,41-51)

 

Domenica 8 agosto, commento di don Renato De Zan / Commento al Vangelo /  Rubriche / Home - Il Popolo

LA VITA ETERNA DONATA

DAL PANE DISCESO DAL CIELO

 

            Il vangelo di Giovanni, di cui ascoltiamo un’altra sezione del capitolo sesto, mostra come i Giudei rimangano prigionieri della loro incredulità proprio perché incapaci di riconoscere la rivelazione di Dio nella carne di Gesù. Il punto maggiormente controverso è senz’altro costituito dall’affermazione solenne di Gesù sulla sua origine.

I Giudei oppongono una constatazione di evidenza realistica e di carattere sensibile. Tutti loro conoscono il padre e la madre di Gesù, per cui, secondo la logica umana, la conclusione che ne deriva è che costui ha la stessa origine di tutti gli altri e non è affatto disceso dal cielo, come egli invece afferma. Con la sua risposta, però, Gesù mostra di non voler affatto discutere con loro. Tuttavia non spiega ancora la sua origine trascendente e il modo grazie al quale essa si è attuata attraverso il concepimento verginale di Maria. Egli esige da loro una fede del tutto incondizionata, capace di oltrepassare la logica della pura esperienza sensibile.

«Nessuno può venire a me, se il Padre che mi ha inviato non lo abbia attratto, e io lo risusciterò nell'ultimo giorno» (Gv 6,44). Ci sono essenzialmente tre affermazioni di considerevole importanza contenute in questo versetto fondamentale.

In primo luogo l’espressione iniziale: «Nessuno può venire a me», in cui il verbo «venire» possiede un evidente carattere metaforico e significa nella fattispecie «credere». Ciò che Gesù sostiene è che nessun uomo è in grado di credere in lui basandosi solo ed esclusivamente sulle proprie forze. In secondo luogo va dedicata una particolare attenzione all’espressione: «Se il Padre che mi ha inviato non lo abbia attratto». Il Padre invia il Figlio nel mondo con un preciso piano di salvezza già elaborato e il contatto tra suo Figlio e gli uomini è contemplato proprio all'interno di questo progetto grandioso. Infine è utile soffermarsi sulle ultime parole: «E io lo risusciterò nell'ultimo giorno». Esse introducono direttamente nel contesto della vita divina, iniziata con l’atto di fede in Gesù. Dunque, grazie alla cosiddetta “trazione” del Padre, gli uomini possono credere in Gesù, ottenendo in questa maniera la vita divina, il cui completamento finale sarà la risurrezione del corpo.

La vita eterna, divina, donata dal «pane disceso dal cielo» non può venir meno, pertanto chi mangerà di questo pane non dovrà temere in alcun modo la morte.

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