FIGLI CHE GENERANO ALTRI FIGLI
Il Vangelo secondo Luca presenta la vita di Gesù come un cammino orientato decisamente verso l’Ascensione. Lo si vede già al cap. 9, quando l’evangelista dà inizio a quell’ampia sezione della sua opera che va sotto il nome di “viaggio verso Gerusalemme” (cf. capp. 9 e 19); lì si legge: «Mentre stavano compiendosi (si noti il verbo) i giorni in cui sarebbe stato assunto (così il testo greco) dal mondo, [Gesù] si diresse decisamente verso Gerusalemme» (Lc 9,51). Un cammino, dunque, come la vita di ogni uomo; un cammino verso la morte, secondo le Scritture; ma soprattutto un cammino verso la risurrezione e l’ascensione, perché giunga a compimento il progetto di Dio che è progetto di salvezza.
Prima di salire al cielo Gesù viene in mezzo a tutti i suoi, che lo riconoscono e lo ascoltano spiegar loro la coerenza degli eventi accaduti fin dall’inizio. Facendosi riconoscere da quelli che hanno condiviso il suo cammino fin dalla Galilea, che avevano visto i segni e ascoltato il suo insegnamento, il Risorto porta a termine la testimonianza oculare. Se i suoi non l’avessero incontrato, come avrebbero potuto annunciare che egli è glorificato, risorto, vivo?
Ma a questo “vedere” ora si sostituisce il “non vedere più”, indicato nel brano dalla menzione dalla separazione fisica: è infatti a questa condizione che i discepoli potranno annunciare il Signore dappertutto e testimoniare della sua presenza operosa e invisibile. La testimonianza è ormai affidata a loro ed è attraverso la loro predicazione che l’umanità conoscerà il loro maestro e Signore.
«Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse». Come i patriarchi al momento del distacco benedicevano i figli, così Gesù fa con i suoi discepoli. Li accetta cioè come eredi, perdonandoli. Questo vangelo era iniziato con il dono dei figli (Giovanni Battista e Gesù) e ora termina coi discepoli costituiti figli e destinati, a loro volta, a generare altri figli con l’evangelizzazione.
Diventa allora possibile ai discepoli vivere in «una grande gioia»; è la gioia messianica, annunciata dagli angeli (Lc 2,10), che incomincia a espandersi. «E stavano sempre nel tempio, lodando Dio». Facile da capire: dove Dio agisce e salva, gli uomini devono rispondere lodando e ringraziando; in Gesù, Dio ha agito vincendo la morte; è quindi cosa buona e giusta che i credenti rendano grazie a Lui sempre e in ogni modo.