LA CROCE COME VIA DI REGALITÀ
Nella scena del Calvario raccontata dal terzo evangelista colpisce molto il comportamento del buon ladrone. Ci sono due suoi interventi. Il primo è rivolto all’altro malfattore: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male»; parlando così egli mostra una straordinaria umiltà: riconosce di essere peccatore e accetta la punizione che sta subendo come giusta!
Il secondo intervento è rivolto a Gesù ed esprime una fede sorprendente: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno». Dunque, il buon ladrone capisce che Gesù sta entrando nel suo Regno! Ci vuole uno sguardo di fede per vedere questo; perché gli occhi di carne vedono solo un Gesù umiliato, schernito, agonizzante; vedono solo la privazione di ogni forza e potere. E invece il buon ladrone riconosce la dignità di Gesù, vede la croce come una via di regalità.
Probabilmente ciascuno di noi si chiede come egli sia giunto a questo. Il buon ladrone sa di Gesù alcune cose: anzitutto sa che Gesù non ha fatto nulla di male; in secondo luogo sa che, nel momento della passione, Gesù continua a benedire e perdonare. Poco dopo infatti Gesù dirà: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». Gesù continua a fare del bene anche quando riceve del male; ha un potere così forte da non essere bloccato nemmeno dalla sofferenza e dal male.
E si consideri anche la risposta di Gesù al buon ladrone: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso». Dunque Gesù ha ancora del potere, e un potere immenso: può ancora aprire le porte del paradiso; può introdurre nel regno dei santi un malfattore; può, quindi, creare dal nulla un mondo nuovo fondato sulla grazia e la santità.
Commenta Giovanni Crisostomo: «Vedi che gran cosa è questa proclamazione del ladro? Proclamò Cristo Signore e aprì il paradiso; e acquistò tanta fiducia, che da un podio di ladro osò chiedere un regno. Vedi di quali beni la croce è sorgente? Chiedi un regno? Ma che cosa vedi che te lo faccia pensare? In faccia hai una croce e dei chiodi, ma la croce, egli dice, è simbolo di regno. Invoco il Re, perché vedo il Crocifisso; è proprio del re morire per i suoi sudditi. Questo stesso disse: “Il buon pastore dà la vita per le sue pecore” (Jn 10,11). Dunque, anche un buon re dà la vita per i sudditi. Poiché dunque diede la sua vita, lo chiamo Re. “Signore, ricordati di me, quando sarai nel tuo regno”» (Hom. de cruce et latrone, 2 s.).