LA CERTEZZA DELLA VITTORIA FINALE DELLA VITA SULLA MORTE
La Pasqua è la festa della centralità di Cristo nella nostra vita. È l’occasione nella quale dobbiamo riflettere su tutte le volte che non abbiamo posto Cristo al centro dei nostri pensieri, interessi ed azioni.
Pasqua significa “passare oltre”. È la festa dei pastori nomadi che, nella notte del plenilunio di primavera, partivano alla ricerca dei pascoli estivi. Agli ebrei ricorda il passaggio dalla schiavitù dell’Egitto alla liberazione della terra promessa. Per noi cristiani è il passaggio di Gesù dalla morte nel sepolcro alla vita nuova nella risurrezione. La nostra Pasqua è il nostro passaggio dal peccato alla grazia, dall’egoismo all’amore di Dio e del prossimo.
Nel vangelo di Giovanni leggiamo che la pietra è stata tolta dal sepolcro, i teli posati a terra e il sudario avvolto in un luogo a parte: i segni di morte, che le donne e i discepoli andavano a cercare, sono accantonati, hanno perso la loro utilità.
Se quella pietra chiudesse ancora il sepolcro di Gesù, allora anche la nostra vita sarebbe destinata a rimanere per sempre schiacciata da una pietra; allora non vi sarebbe più speranza dopo la morte e i nostri desideri, sogni, progetti, le nostre gioie e le nostre sofferenze... tutto sarebbe inutile, perché andrebbe a finire sotto la pietra. Allora gli animali sarebbero più fortunati di noi, perché loro almeno vivono senza porsi le domande esistenziali che invece assillano la nostra esistenza.
Se quei teli avvolgessero ancora il corpo di Gesù, allora anche il nostro corpo sarebbe destinato alla polvere; il suo esito sarebbe la dissoluzione, il ritorno al ciclo della natura. Allora tutte le relazioni che abbiamo vissuto nel nostro corpo, tutti i germi di amore che abbiamo espresso, svanirebbero nel nulla; sarebbe stato indifferenze avere amato oppure odiato, perché l’approdo finale sarebbe lo stesso per tutti: il nulla eterno.
Ma ecco la buona notizia della Pasqua: la pietra, i teli, il sudario non servono più a nulla. I segni di morte hanno perso la loro funzione e sono ormai destinati solo ad essere messi da parte. Certo nella nostra esistenza concreta questi segni continuano ad agire, e li vediamo: nella morte delle persone care, che costituisce una ferita spesso sanguinante; nel fallimento di alcune relazioni e nell’esperienza del tradimento degli affetti, che spesso sono morti paragonabili alla morte fisica; nel deperimento del nostro corpo, che sperimentiamo come inevitabile e progressivo. Che cosa significa allora che i segni di morte sono stati messi da parte?
Significa che Cristo, con la sua risurrezione, ha inserito in questa esistenza la certezza della vittoria finale della vita sulla morte, dell’amore sull’odio. E questa certezza – il nucleo stesso della fede cristiana – ha valore oggi, non semplicemente alla fine della vita: credere o meno che la morte è un passaggio e non la fine, cambia ora l’esistenza, perché la sottrae al non senso, alla convinzione che la vita terrena è un lento camminare verso il nulla. Buona Pasqua.