La Cooking Terapy familiare
e la capacità di trasformare ai fornelli non solo gli ingredienti in ricette,
ma anche le emozioni!
Spesso, soprattutto in questo periodo che ci vede stare a casa per un numero molto elevato di ore, “mangiare”, per molti di noi, diventa un po’ come una consolazione (da una parte) ed un passatempo gratificante (dall’altro).
Quante volte vi siete ritrovati ad aprire il frigorifero o l’armadio della vostra dispensa e prendere la prima cosa che vi capita sottomano senza sentire realmente una sensazione di “fame”?
Quante volte è accaduto che vi siete ritrovati a dover rimproverare i vostri figli perché magari, davanti alla televisione, stavano addentando la seconda merendina o il terzo cioccolatino?
Ormai non è certo nuovo scrivere del potere che il Cibo ha su ognuno di noi e dell’influenza che può arrivare ad avere sulle nostre relazioni e sugli equilibri del nostro nucleo familiare.
Pensiamo ad esempio a tutti quei bimbi che manifestano, nei confronti dei genitori (e magari delle insegnanti del nido no…) una grande resistenza nel mangiare. Se vi è capitato di assistere ad un pasto in loro presenza, sarà stato difficile non rimanere colpiti dal braccio di ferro continuo, dal nervosismo, dalle frustrazioni, dalle emozioni che in quel momento si stavano consumando a tavola. Difficile definirle come delle emozioni “nutrienti”, non credete?
Leggevo giorni fa un breve articolo a proposito di una iniziativa che era stata lanciata in Aprile durante il primo lockdown: “La cooking terapy” come gioco da farsi a casa in famiglia per stimolare le emozioni, la mente e allenare allo stesso tempo il corpo.
Secondo il trafiletto che ho trovato, in merito a questa iniziativa si era addirittura espresso l’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica. In quella circostanza, il Dottore Antonio Cerasa del dipartimento di Cosenza aveva affermato che le neuroscienze hanno scoperto che “le abilità acquisite all’interno della cucina cucinando e imparando a gestire e trasformare gli ingredienti, hanno un’elevata trasferibilità nella vita quotidiana”.
Il gioco che lanciato in Aprile, trovandolo estremamente carino e funzionale, ve lo ripropongo qui oggi, con qualche piccola modifica.
Provate a stabilire, per questo gioco, dei giorni della settimana ben precisi, delle fasce orarie dedicate e cercate di organizzarvi, a rotazione, in quei momenti, come se foste la brigata di un Ristorante.
Per ogni volta dovrete nominare uno Chef, un assistente, un lavapiatti… un eventuale pasticcere… più siete, più figure da nominare avrete.
Ogni volta, lo Chef sarà il responsabile della scelta del Menù, della lista della spesa da fare, dell’organizzazione dei tempi, delle diverse fasi.
Molto importante sarà partecipare tutti attivamente a questo gioco di squadra e ritagliarsi poi il momento del pasto come una parte integrante dell’attività, durante la quale si sarà di nuovo tutti sullo stesso piano e si condividerà il Cibo provando a sentirne il valore nutritivo, le emozioni che suscita, le soddisfazioni per il lavoro fatto…
Ovviamente lo spirito del gioco sarà quello di iniziare da delle ricette (o da dei Menù) semplici per andare via via aumentando il grado di difficoltà.
Come in una palestra! Solo che qui non alleneremo soltanto il corpo, ma alleneremo la nostra capacità di gestire i tempi, le risorse, gli scarti, i collaboratori. Un esercizio per grandi e piccini.
Prendete pure questa attività come un’occasione per stare insieme, condividere dei momenti e lavorare sulle dinamiche che emergeranno all’interno della vostra cucina. Sarà interessante provare poi a trasformarle nella prossima partita per vederle modificate anche nella vostra vita!
Scriveteci pure le vostre riflessioni ed opinioni!
Scritto da Giulia Di Sipio, Counselor Mediacomunicativo,
con una specializzazione in Counseling Gastronomico
volontaria per Associazione Orizzonte Onlus
www.associazioneorizzonte.it