Parrocchia 
Santi Angeli Custodi

Francavilla al Mare - Chieti

Come gestire il fascino dei videogiochi sui più piccoli

...e ottimizzare le risorse di uno strumento sempre più demonizzato

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Qualche anno fa durante un viaggio di lavoro mi trovai ad assistere ad una scena piuttosto insolita: una mamma era immersa a scrivere qualcosa con il suo cellulare mentre il suo bimbo di pochissimi anni guardava un cartone animato da un altro cellulare saldamente ancorato al suo passeggino. In un negozio di giocattoli.

Questa scena mi è rimasta fortemente impressa. Ricordo la mia emozione nello stare in uno spazio così pieno di colori e di stimoli che, assistere alla loro non curanza, tanto erano immersi nei loro mondi, mi fece riflettere a lungo.

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I bambini si sa, fin da quando sono piccolissimi amano giocare. Il gioco per loro, non solo un’attività divertente, ma è anche un mezzo per scoprire il mondo, accrescere le loro conoscenze, interagire con gli altri, sviluppare le loro capacità relazionali e comunicative.

Man mano che i bambini crescono e i giochi via via diventano più complessi, queste abilità si sviluppano e i giochi, da senso-motori, piano piano, gradualmente diventano simbolici, di ruolo… fino a prevedere regole ben precise, specifiche abilità e una maggior consapevolezza di sé.

Negli ultimi anni però, è ormai sotto gli occhi di tutti, un ruolo importantissimo lo stanno svolgendo i videogiochi, (cellulari e tablet inclusi). Ma quali effetti questi dispositivi hanno sui bambini? In quale misura possono essere dannosi o funzionali al processo di crescita?

Come tutte le cose, la giusta misura è nel mezzo. Demonizzare in modo categorico la tecnologia che in questo momento accompagna la crescita dei bambini che ci circondano sarebbe un’esagerazione, un porsi in modo eccessivamente polare rispetto a qualcosa che indubbiamente offre delle risorse.

Facendo infatti una riflessione il più possibile oggettiva, grazie anche ai numerosi studi che sono stati fatti recentemente, i videogiochi (cellulari e tablet inclusi) facilitano l’approccio al pensiero tecnologico, stimolano alcuni processi mentali di memoria e pensiero induttivo, le capacità logiche e la formulazione di strategie, la coordinazione oculo-motoria… ma, se non gestiti dalle figure di riferimento (genitori ed insegnanti) tendono ad avere degli effetti negativi, a volte anche piuttosto gravi: estraniamento dalla realtà, mancanza di empatia, sedentarietà, sovrappeso, eccessivo senso di potere e di controllo, disturbi della vista, cattive relazioni sociali.

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Molto importante, di certo da non trascurare, è la scelta poi dei contenuti dei videogiochi! Se ci soffermiamo infatti a considerare quelli dai contenuti violenti, è ormai assodato come questi desensibilizzino il cervello da certe immagini e provochino, a lungo andare, l’insorgere di comportamenti aggressivi.

Proviamo dunque a trovare una mediazione con i nostri bambini, fin dal principio. Scegliamo insieme a loro i giochi che desiderano acquistare, documentiamoci in anticipo sull’argomento e l’ambientazione e stabiliamo delle fasce orarie in cui permettere loro di usare i dispositivi tecnologici.

Uno dei problemi più grandi è infatti l’abuso da videogiochi, il trascorrere ore e ore davanti ad uno schermo rischiando, con il tempo, di non avere più la perfetta consapevolezza da ciò che è finzione e da ciò che non lo è, da ciò che è lecito e da ciò che non lo è.
Uno dei rischi più grandi quando si passa troppo tempo videogiocando è quello connesso all’insorgenza di una vera e propria dipendenza. Inoltre, quando si sta per un tempo eccessivamente lungo di fronte ai videogiochi, spesso si può incorrere in un sovraccarico di informazioni che rende i bambini incapaci gestire, elaborare ed interpretare, la mole di dati cui si trovano esposti.

Ricapitolando, potremmo concludere dicendo che:

*È importante che un adulto supervisioni i contenuti e il tempo trascorso dai bambini sui videogiochi e che questa attività non diventi prevalente nell’arco della giornata (due ore sarebbe il tempo massimo consigliato da più esperti);

*Inserire delle pause durante l’utilizzo del videogioco così da permettere il riposo del bambino, sia dal punto di vista del sistema cognitivo che di quello visivo, ma anche e soprattutto per fargli riprendere in modo costante contatto con la realtà che lo circonda;

*Incentivare sfide con amici o fratelli così da rendere il videogioco un pretesto per socializzare e stare in compagnia, piuttosto che per isolarsi.

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Nella società in cui viviamo è difficile pensare che un bambino possa essere tenuto lontano dalla tecnologia e dai rischi ad essa connessi. Quello che premia, anche in questo caso è il buon senso, l’investimento energetico nei momenti di scambio, di dialogo, di condivisione… e di supervisione.

È importante che gli adulti osservino quello che fanno i più piccoli intervenendo all’occorrenza; perché grandi si diventa poco a poco, superando i propri limiti, nella sicurezza di avere qualcuno accanto che crede in noi, ci permette di sbagliare, ma è pronto ad intervenire qualora ce ne fosse bisogno.

 

Giulia Di SipioScritto da Giulia Di SipioCounselor Relazionale (Iscrizione albo nazionale An.Co.Re n°275), specializzata in Counseling Gastronomico, Wedding Counselor Consulente Genitoriale,  da anni collabora con l'Associazione Orizzonte (www.associazioneorizzonte.it)  per facilitare l'inclusione e l'autonomia dei ragazzi diversamente abili, promuovere iniziative volte a sostegno delle famiglie con disabilità e potenziare le occasioni di lavoro per una buona genitorialità. Dal 2020 collabora con la Parrocchia degli Angeli Custodi per offrire un supporto pratico ed emotivo a chi ne sente il bisogno, percorsi di accompagnamento al Matrimonio per le coppie, Orientamento scolastico e lavorativo, Mediazione dei conflitti. Responsabile e referente dello Sportello di Ascolto “La famiglia al centro” e “Ascoltiamoci” , per informazioni e appuntamenti  ?+39-347-1692195.

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