LA MANIFESTAZIONE DEL SIGNORE AL GIORDANO
La festa del Battesimo del Signore, nella prima domenica dopo la solennità dell’Epifania,
chiude il tempo natalizio con la manifestazione del Signore al Giordano. Secondo il racconto dell’evangelista Luca presentato dalla liturgia odierna, il popolo era “in attesa”, ma non si dice quale fosse l’oggetto di questa attesa. Esso appare dal fatto che tutti si chiedevano in cuor loro se per caso proprio il Battista non fosse il Messia. Ma è Giovanni stesso a chiarire e rispondere: «viene uno che è più forte di me». Ora, l’aggettivo “forte” nell’Antico Testamento veniva applicato al re-Messia, “forte, potente come Dio” (Is 9,5), e costituiva uno degli attributi gloriosi del Creatore, sovrano dell’universo e della storia. Il battesimo, che questo personaggio annunziato da Giovanni compirà, è fondato su due elementi decisivi: lo Spirito Santo e il fuoco. Lo Spirito di Dio è il principio creatore e rigeneratore dell’intero essere; il fuoco è invece un simbolo divino: riscalda e incendia, dà vita e distrugge, è fonte di calore e di morte. Sono così annunciati il tempo della chiesa, il dono dello Spirito agli apostoli a Pentecoste e l’incorporazione dei credenti nella comunità di salvezza mediante il battesimo e l’imposizione delle mani. Ciò che Giovanni annuncia è Buona Notizia. Colui che viene porterà il dono più prezioso possibile, lo Spirito santo, la vita divina, e avrà una dignità divina. Il fatto che egli si faccia battezzare da Giovanni con acqua insieme al popolo può sorprendere e creare confusione. Ma Luca riferisce questo solo per inciso, come le circostanze che accompagnano l’evento principale, la triplice rivelazione: il cielo si apre, lo Spirito santo scende su Gesù, la voce dal cielo designa Gesù come il Figlio amato. L’apertura del cielo mostra che Gesù non è separato da Dio; lo Spirito santo, la vita e la forza di Dio, scende su di lui e con questa forza egli compirà la sua missione; per mezzo della voce dal cielo si manifesta in definitiva il rapporto di Gesù con Dio. Questa triplice rivelazione sottolinea come ora Dio e l’uomo stanno incontrandosi e il punto in cui avviene questo intreccio è proprio in Gesù. Se, infatti, il Battista aveva esaltato la messianicità, ora Dio definisce Gesù come suo Figlio “prediletto”, cioè unico. Il battesimo di Gesù è allora la sua solenne presentazione al mondo. In Gesù l’azione di Dio diventerà particolarmente chiara e visibile al suo popolo e a tutta l’umanità. È questo dunque un giorno di contemplazione e di adorazione del Cristo perché, come scriveva sant’Agostino, “in quel volto noi riusciamo a intravedere anche i nostri lineamenti, quelli del figlio adottivo che il nostro battesimo rivela”.