LUCA, UN VANGELO PER DIVENIRE SALDI NELLA FEDE
Iniziamo con questa domenica la lectio cursiva del terzo vangelo che ci accompagnerà durante tutto l’anno. La liturgia ci offre tre brani introduttivi: il prologo del vangelo (1,1-4); i versetti redazionali che introducono la sezione del ministero in Galilea (4,14-15) e il discorso nella sinagoga di Nazareth (4,16-21; il resto del racconto lo leggeremo domenica prossima con i vv. 22-30).
Nel prologo Luca rivela di non essere il primo a scrivere un Vangelo, quando rende noto a Teofilo, il suo destinatario, che altri hanno già compiuto l’impresa che egli si accinge a fare. Ci tiene inoltre a precisare che la sua opera è il frutto di ricerche accurate, basate sulla testimonianza oculare, che si è formata a partire dall’esordio del ministero di Gesù e del suo ingresso nella storia degli uomini. Teofilo, “l’amante di Dio”, modello del lettore di ogni tempo, non è un destinatario passivo, bensì è invitato in prima persona a “rendersi conto della solidità degli insegnamenti che ha ricevuto”. In altre parole, con il suo racconto Luca non intende rendere più erudita la fede di Teofilo, ma anche e soprattutto di renderla più forte nella testimonianza.
A differenza degli altri sinottici, il terzo evangelista sceglie di iniziare il racconto della predicazione pubblica di Gesù con questo episodio nella sinagoga di Nazareth. Quanto avvenne a Nazareth non è dunque solo la prima uscita pubblica di Gesù, ma il programma della sua vita, il manifesto della sua missione e della sua identità. Questo episodio infatti rivela chi è Gesù, cosa farà e come lo farà, e mette in luce la reazione dei suoi contemporanei, prefigurando anche la fine tragica della sua vita, con il rifiuto e la morte causata da coloro che invece avrebbero dovuto accoglierlo.
Gesù a Nazareth, quel giorno, leggendo le Scritture, e precisamente il profeta Isaia, vede nelle parole del profeta descritto quello che era accaduto a lui, e riconosce nella missione del profeta quella che doveva essere anche la sua missione. E la sua missione sarà essenzialmente quella di “portare il lieto annuncio ai poveri”, coloro cioè che sono beati e ai quali appartiene il Regno di Dio (cf. Lc 6,20), coloro che vivono in situazione di disponibilità a ricevere, come chi ha bisogno di tutto per vivere, e che hanno anche la disponibilità a dare, come la povera vedova.
Nella persona e nell’opera di Gesù tutto è determinato da Dio. Dio stesso si volge al suo popolo per mezzo di Gesù. Perciò la presenza di Gesù, oggi, è un momento di grazia particolare.