SAGGIA SCALTREZZA
Il vangelo odierno - considerato uno dei brani di difficile interpretazione della bibbia che sviluppa il tema dell’uso cristiano della ricchezza - presenta una parabola nota per l’imbarazzo e il disagio che suscita. Come è possibile infatti lodare un amministratore disonesto (letteralmente un “amministratore d’ingiustizia”), che si appropria indebitamente dei beni altrui e si procura amici a spese del padrone?
Uno sguardo più attento permette però di osservare come non la sua ingiustizia viene approvata, bensì la sua astuzia e il suo pronto savoir-faire. Nel momento del bisogno, “parlando con se stesso”, l’amministratore comincia a pensare al proprio futuro considerando le diverse ipotesi possibili. Egli si rende conto della situazione e, senza esitare, agisce prontamente e con risolutezza garantendosi il futuro nel poco tempo rimasto a sua disposizione. Questa sua scaltrezza viene lodata, ma non viene lodato il mezzo ingiusto che egli adotta per assicurarsi il futuro.
Ora, i “figli della luce”, cioè i discepoli di Gesù, possono imparare molto dai figli di questo mondo riguardo ad un’analisi approfondita della situazione, a un’accorta riflessione e a un comportamento conseguente. Anch’essi devono agire con la stessa abilità dell’amministratore perché, senza tentennamenti e attraverso un atteggiamento previdente, abbiano il coraggio di prendere decisioni al momento opportuno e assicurarsi così nel tempo presente il regno di Dio.
Perché l’insegnamento parabolico non rimanga però vago, l’evangelista l’indirizza verso un caso concreto che gli sta particolarmente a cuore: l’uso della ricchezza e la necessità di amministrarla bene. È la scelta fondamentale di Dio, senza compromessi, che detta il comportamento da seguire nell’uso dei beni terreni. La fedeltà o meno nell’uso della ricchezza è in effetti un test efficace della fedeltà a Dio. Chi riconosce Dio come Signore, lo riconosce anche come Signore di tutti i beni materiali e sa di non poter essere egli stesso “padrone” assoluto di questi beni, bensì solo “amministratore”.
«Chi ama il denaro - dice Qoèlet - non è mai sazio di denaro e chi ama la ricchezza non ha mai entrate sufficienti» (5,9), mentre chi serve veramente Dio è libero da mammona, che è la ricchezza “disonesta”, l’accumulo esagerato e mai sazio. Solo il legame con Dio ci fa diventare amministratori fedeli e fidati.